Semi di vita

Recetas-picosasShu 50.000, shu 1.800.000,  shu  1.500.000 “Scorpion yellow”, “Habanero” 350.000,  “Cayenna” 15.000,  “Pancho naso del diavolo” 30.000 “Moruga scorpion rosso” “Habama rosso”, “Big Naga”, sembra di leggere  titoli di borsa. In effetti  parliamo di peperoncini (Capsicum) e dei loro gradi piccantezza che, quando espressi in shu sono i più… feroci e ricercati dai  buongustai. Una categoria di afficionados di uno dei prodotti più salutari che Madre Terra ci ha dato. Se i gradi sono espressi in “hot” si tratta di frutti meno piccanti ma non per questo meno salubri e buoni compagni su piatti di pasta e fagioli, orecchiette rape, in salsa sui crostini o in polvere nelle salsicce o nella mitica  ‘Nduja calabrese.

A Bari la cooperativa “Semi di Vita,  che coltiva ortaggi in un  orto urbano al rione Japigia su terreni espropriati alla malavita, coltiva la bellezza 15.000 piante di oltre 200 varietà di peperoncino ed ha in progetto di arrivare a 400. Lo abbiamo visitato con Mimmo Scarpetta,  presidente internazionale  dell’Accademia del peperoncino e Roberto Tartaglione. fotografo di vaglio sempre a caccia di tradizioni e curiosità legate alla Puglia e alla Lucania.

Uno spettacolo vedere in questa stagione le distese di rosso nell’orto della cooperativa, disposto su ben ottomila metri quadri. tra le case del rione Japigia. Il presidente Angelo Santoro, ha fatto ricerche, via internet, in tutto il mondo per rintracciare i semi più pregiati e così è riuscito a mettere a dimora shu e hot… internazionali che subito si sono adattati al nostro clima.

“La coltivazione del peperoncino non tradisce mai perché del frutto in magazzino non ci resta niente. Lo vendiamo su pianta, in polvere, a frutto, in salsa e se proprio rimane qualcosa la utilizziamo per la prossima semina”.

Insomma il peperoncino come il maiale: non si butta niente.

Il più piccante al mondo è il “chinense” che supera il milione e ottocentomila shu, seguito dal Capicum frutescens  e poi il pubescens che gode stare al freddo. Il più comune in Italia è il Capicum annunm, dolcemente infuocato perché non tutti vogliono morire di goduria per un chinense. Ma ce ne sono eccome!

Il peperoncino piccante è il più democratico dei condimenti. I ricchi si permettevano il costosissimo pepe. I poveri insaporivano le loro minestre con il Capsicum. Adesso è usato persino nel gelato, nel bagnoschiuma e, imitando gli Atzechi, assieme al cioccolato.

Era conosciuto sin da tempi antichissimi in Asia, Africa e America. Reperti archeologici testimoniano che in Messico 9.000 anni fa era già coltivato.

In Europa il peperoncino è arrivato con Cristoforo Colombo. In Italia ebbe successo, soprattutto nel Meridione e in special modo tra i lucani ed i calabresi.

Il peperoncino si è acclimatò benissimo nel vecchio continente. Con grande delusione dei Reali di Spagna che videro crollare i loro guadagni con il prezioso pepe. Il peperoncino aveva fatto la sua rivoluzione, piccante sì, ma senza spargimento di sangue. Semmai sanandolo.

Al mondo esistono alcune migliaia di varietà di peperoncino, in Italia sono 60.

E’ un pulitore di arterie perché attacca il colesterolo in eccesso. E il cuore ve ne sarà grato.Contiene tante vitamine, soprattutto la C. Il Capsicum previene la crescita dell’Helicobacter pylori, batterio responsabile di gastriti ed ulcere. Proprio nelle diete necessarie dopo operazioni allo stomaco i medici consigliano piatti di riso e peperoncino.

Riduce il gonfiore addominale perché è un antifermentativo. Sotto forma di pomata attenua i dolori post-operatori, reumatici, le nevralgie, rallenta la caduta dei capelli, fa bene persino alle emorroidi.

La capsicina nei semi agevola la vasodilatazione, favorendo l’erezione.

Chi non ha ancora assaggiato il peperoncino e si decide al saggio passo provando il classico, ardente bruciore, non beva acqua che lo diffonderebbe viepiù. Mangi, invece, un pezzetto di formaggio per attenuare quella che si crede una sensazione spiacevole e sarà più facile innamorarsi del peperoncino.

Il peperoncino è una droga a tutti gli effetti ma buona. Quando si ingerisce un qualcosa di fortemente piccante (oppure ci si fa male per una martellata sulle dita) l’organismo reagisce mandando in circolo una scarica di endorfine  che hanno il compito di attenuare con effetti appunto da droga, l’algia.

Non è vero che il peperoncino muta i sapori dei cibi. Anzi, se usato cum grano salis (moderatamente), dilata le papille gustative aumentando e l’appetito e esaltando i sapori.

Semmai attenzione al fatto che qualche gomito in più lo fa alzare.

La vita è come il peperoncino… brucia ma amorevolmente!

 

Vittorio Stagnani

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